Le ricerche preistoriche lungo la costa di Nardò vengono intraprese per la prima volta nell’estate del 1961 dal prof. Arturo Palma di Cesnola e dal prof. Edoardo Borzatti von Lowenstern per conto dell’istituto Italiano di Preistoria e Protostoria.
Già al tempo, i primi sondaggi nelle cavità che si aprono lungo il tratto di costa tra tra S. Maria al Bagno e la Baia di Uluzzo, si rivelarono di eccezionale importanza per la conoscenza delle culture preistoriche in esse custodite. Le successive campagne di scavo aprirono nuovi orizzonti sulla conoscenza dei primi abitatori del nostro territorio proiettando gli insediamenti neretini in un contesto europeo.
Per la prima volta si iniziò a parlare di CULTURA ULUZZIANA, è la Grotta del Cavallo la più degna a rappresentarla in quanto proprio nel suo deposito è ben evidenziata l’evoluzione di questo particolare modo di produrre strumenti che, trovati per la prima volta nelle grotte della Baia di Uluzzo, prese per l’appunto il nome di Uluzziano.
L’Uluzziano datato dai 40 ai 45 mila anni e considerata per decenni come cultura neandertaliana si è rivelata invece legata al Sapiens.
Ancora oggi l’Università di Siena con l’università di Firenze conducono scavi nella Grotta del Cavallo a testimonianza della sua importanza.
Ma le sorprese non finiscono e nuovi tasselli si aggiungono su di un territorio che non finisce di stupire.
La scoperta da parte del Gruppo Speleologico Neretino nel 1995 di un insedimento del neolitico dà la possibilità all’Università del Salento di approfondire le conoscenze su di un aspetto culturale che vede l’uomo proiettato in un futuro che si sviluppa sempre più velocemente.
Ben diciassette sono gli insediamenti preistorici lungo la costa di Nardò, di cui 10 in grotta; l’ultima cavità, scoperta nei primi anni 70 del secolo scorso é oggi oggetto di scavo da parte delle Università di Bologna e di Siena. Le grotte del territorio di Nardò con i loro depositi abbracciano un arco di tempo che va dai 110 mila anni sino alle culture del neolitico.
Un contributo notevole è stato dato dal Gruppo Speleologico Neretino nel partecipare a tutte le campagne di scavo.